Incarichi dirigenziali
ASM
DIREZIONE GENERALE
UFFICIO STAMPA
Alla Gazzetta del Mezzogiorno
c.a. Piero Miolla
Con riferimento all'articolo pubblicato oggi dal Vs. quotidiano, riportante le dichiarazioni rese dal delegato della associazione di difesa dei diritti dei medici (il TDme) in merito agli avvisi interni della Asm per l'affidamento delle funzioni dirigenziali, stante la presenza di affermazioni non corrispondenti al vero e lesive dell'immagine dell'Azienda, si chiede la pubblicazione delle seguenti precisazioni:
- contrariamente a quanto riportato nel titolo, le dichiarazioni sono state rilasciate non dal Tribunale dei Diritti del Malato, che come è noto si occupa di difendere i diritti dei pazienti, ma da una diversa associazione, che invece si occupa dei diritti e delle carriere dei medici.
Trattasi di interessi tutti meritevoli, ma di ben diversa valenza - la Asm non ha ha bandito concorsi ma avvisi interni per incarichi dirigenziali previsti dalle norme nazionali e dai contratti collettivi dell'area dirigenziale della Sanità;
- la riduzione degli incarichi di struttura semplice da 199 a 71 è atto dovuto da standard organizzativi imposti dalla Regione Basilicata, con evidente risparmio, perché è evidente che chi non esercita più quella responsabilità non ha diritto a compensi aggiuntivi.
- i criteri per l'affidamento dei nuovi incarichi sono quelli definiti dalle norme per l'attribuzione degli incarichi di struttura complessa come riportati nell'atto aziendale approvato dalla Regione. Sono inoltre criteri concordati con i sindacati e sono predefiniti e trasparenti.
- non corrisponde al vero che l'incarico poteva essere attribuito direttamente dal direttore generale poiché i contratti collettivi e la norma nazionale prevedono che la nomina il Direttore la fa sulla base di criteri prestabiliti e previa valutazione delle candidature. Con il regolamento della graduazione delle funzioni si é preferito dare risalto a merito e trasparenza utilizzando apposite commissioni di esperti formate da cinque componenti di cui tre sorteggiati (al termine di incontri con i candidati e alla presenza di decine di medici) dagli elenchi ministeriali per l'individuazione del professionista più idoneo a ricoprire l'incarico. Quindi meno discrezionalità del direttore generale a fronte di più collegialità e trasparenza nelle procedure .
- non corrisponde al vero che il costo delle commissioni ammonta a trecentomila euro, perché non è previsto alcun compenso per i componenti ma solo un rimborso delle eventuali spese documentare di viaggio. Zero compensi a fronte di valutazioni nel merito e sul merito di ciascun candidato;
- non si capisce come mai ci si ostina a chiedere più discrezionalità nelle scelte al direttore generale. Forse perché se è solo a decidere é facilmente condizionabile?
Il tempo della discrezionalità è finito. Tutti devono prima o poi farsene una ragione, anche coloro i quali, a furia di criticare la scelta di premiare il merito, rischiano di ingenerare il sospetto che la discrezionalità sia in realtà invocata pro domo propria.